La questione é spesso soggettiva e non dovrebbe essere categorica.Personalmente trovo molto validi e ben realizzati,oltreché espressivi ed intensi,i due ritratti laterali.Plausibile comunque,ed anche originale e ben congegnata,l'idea di fondo.
Un pò più debole il ritratto centrale,più che altro per il difetto di nitidezza,ma devo dire che nell'insieme del lavoro non stona e non sfigura.
“Blue Stockings Society” fu la prima organizzazione femminile, emersa nel 1750 in Inghilterra, cui lo scopo consisteva nel riunire le donne per discutere i vari temi della letteratura ai fini educativi. A quei tempi nelle università e negli ambienti letterali furono ammessi solo gli uomini. Persino i ruoli femminili nelle commedie teatrali venivano esercitati dagli uomini travestiti da donne.
A quell’epoca in Inghilterra, e badate non in qualche giungla amazzonica, si diceva che il migliore modo per una donna di educarsi fosse stata discutere con il proprio padre, fratello o qualche amico! Si riteneva un fatto ridicolo che le donne componessero poesie e si mettessero a scrivere, e che loro non fossero adatte ad altro che cucire, cucinare ed occuparsi delle mansioni tipicamente femminili.
Non prima di un secolo dopo qualcuno osò ritenere che il famoso detto inglese dell’epoca “ una donna di quaranta è più ignorante di un maschio di dodici” fosse un’assurdità! Infatti soltanto nel XIX secolo cominciarono a comparire in Inghilterra e negli Stati Uniti i primi movimenti e gruppi di cosiddette "sufragette". Erano le donne che prendevano coscienza dei propri diritti e reclamavano la possibilità di votare.
È storia passata (?) no affatto! Superati i periodi storici i contenuti antropologici delle società umane e loro comportamenti subiscono variazioni di forma ma sostanzialmente si ripetono ripercorrendo nuovi scenari. Penso all’evoluzione del potere politico; dalla monarchia allargandosi alla chiesa per poi consociarsi con le borghesie nazionali ed infine reso democratico. Non più di un secolo fa negli stati uniti i negri non furono ammessi in molti locali, figuriamoci alle funzioni pubbliche, ed oggi di quella razza ne hanno un presidente. Quindi è finito l’era del razzismo (?) per niente! Nuove forme di discriminazione sociale si vedranno attingere dalle nuove formazioni di civiltà umane, in quanto il comportamento discriminatorio nell’Uomo, seppur mutabile, è ahinoi un costante.
Tutto questo non poteva, e in un certo senso nemmeno avrebbe dovuto, non manifestarsi nella storia dell’arte. Oggi assistiamo alla democratizzazione della moda, che da un lato pone fine ad un certo tipo di discriminazione e dall’altro da vita ad un devastante fenomeno di concorrenza sleale, forse ancor più discriminatorio.
Quel che cerco d’aggiungere alla tua attenta analisi, @Renzo, è che forse la vera dicotomia è da vedersi tra le varie forme di discriminazione. Nel caso in cui citi tu, e forse anche in quel che non citi ma conoscendo la tua vocazione in merito riesco ad immaginare, è fuori di dubbio che la cosiddetta età della “democratizzazione” nell’arte, specie in fotografia, sia altamente discriminatoria rispetto al periodo in cui la tecnologia aveva dei seri limiti e l’intelletto dell’artista faceva la differenza, ma la questione che oggi s’incombe sul destino dell’arte è riuscire a dar corso ai talenti che nascono, ricucendo lo strappo creato dall’evoluzione tecnologica, senza dar luogo alle nuove forme di discriminazione. Prendere atto delle nuove tendenze e trovare nuovi parametri, nuovi linguaggi critici a passo con i tempi che corrono.
È chiaro che la foto qua su, compresa la didascalia, è soltanto una provocazione in merito all’attesa discussione. Perché sono tre (?) semplicemente perché 1,2,3, a mio modo di vedere, avvia un termine numerico in progressione per mostrare quanto siano numerose le scartate tra le mie foto… ...ma ho compreso il tuo esempio ;)
Grazie @Renzo, grazie @adriana per altrettanto prezioso commento e per il tuo “per me esistono le regole, ma non credo ai dogmi”,,, @ivana che conta fino a tre e sceglie la semplicità per esprimersi,,, @ennio e la sua schiettezza da marinaio, @paola che sconsiglia il “ solo esercizio di bravura”, ben detto,,, @tony che propone severità ma non rinuncia all’apertura, mitico @Cla che conduce l’argomento ad una magnifica riflessione con quella frase citata,,, @monica, oggi più che mai intima e leale con ciò che sente a pelle,,, @ mariaelena,,, @micaela,,, @alberto per loro commenti e simpatia,,, e @SempreGio che mi emoziona, cui ricambio l’abbraccio!
Come nei provini di una volta.. questa, questa e questa!
Relativamente alla tecnica io sono sempre abbastanza severo, ma quando si è padroni delle basi nessuno impedisce di trasgredirle. Dove è scritto che una foto con luce e fuoco perfetto è meglio di una fatta magari con un macinino, magari con luci particolari, con un po' di grana e magari mossa e sfocata... dipende sempre e solo dall'obiettivo che uno si pone quando decide di fare una cosa piuttosto di un'altra. Tony
nè, la mia seconda preferita!
:-)
mi piace questo trittico di lei, come fosse la ripartizione di tre sue anime ben distinte ma comunque unite dalla bellezza e dalla sensualità.
ciao mio adorato, ciao nè
Semplice Mehran, se ti piace la presenti , se la criticano te ne sba...i , vedrai che se parlano ci sara' sempre qualcuno ad ascoltarle in silenzio , magari invidiando il fotografo.
Ciao Ennio
>>Che succede quando la foto è buona solo per soggetto?
...succede che non sono “scarti”
...e succede che hai fatto bene a farcele vedere ;)
(chiedo scusa a tutti per questo intervento pochissimo tecnico… da mezz’ora penso e scrivo, scrivo e penso… le tante ragioni per le quali sono arrivata alle conclusioni scritte sopra… ma poi ho cancellato tutto perché non ci sono ragioni vere, a me questi tre scatti piacciono e basta – anche quello di mezzo che parrebbe essere la cenerentola dei tre!)
non sono una teorica, né una cerebrale, non so scrivere romanzi, ti dico solo che per me esistono le regole, ma non credo ai dogmi, che sempre per me, essendo una forma artistica anche le foto devono trasmettere qualcosa, sia un pensiero, una storia, una emozione, un piacere estetico....e che ci sono fotografi che certi effetti, che tu consideri tecnica scarsa, li cercano e li offrono come capolavori....Questi tre ritratti non lo sono,
ma a me dicono molto, mi piacciono, c'è molta espressività e intensità, in due una ottima luce, in quello centrale la indefinitezza dona morbidezza e mistero...
Ti faccio un esempio: il mio cestino se non fosse distrutto, conterrebbe molte foto tanto celebrate, che io ho ritenuto assolutamente errate....
Io ti dico bravo Mehran!
ciao Adriana
Caro Mehran, la questione che poni è basilare e la risposta data da chiunque l'abbia seriamente affrontata è unanime nella filosofia teorica.Il problema è la dicotomia tra immagini e parole che alimenta il relativismo ed il soggettivismo. Ciò avviene in ogni materia ed anche nell'Arte. Nell'ambito di quest'ultima colpisce specialmente la fotografia perché in definitiva è quella di più facile accesso e tutti pretendono di vedere in qualsiasi foto quello che vogliono, come se la fotografia non fosse un linguaggio autonomamente espressivo con la sua propria sintassi.
La prima regola dovrebbe essere quella che scaturisce da quello che è stato definito il I° Assioma (poi ce ne sono altri due): La fotografia di una cosa non è quella cosa. Quindi la foto di una ragazza non è una ragazza, la foto di una pistola che spara non è una pistola che spara e, parafrasando Magritte, la foto di una pipa non è una pipa.
Il significato è chiaro anche se molti continuano a valutare il soggetto in sé anziché "come" è stato fotografato. Ciò è assurdo, perché è come togliere alla fotografia la sua dignità di linguaggio autonomamente espressivo, cioè la possibilità di essere considerata Arte (se pur, ripeto, quella di più facile accesso):
Concludo con un esempio: la bella rgazza delle tue foto è la stessa no? ... e allora ti domando perché ne hai fatte (e pubblicate) tre?!
maurizio bartolozzi 07/06/2012 10:06
La questione é spesso soggettiva e non dovrebbe essere categorica.Personalmente trovo molto validi e ben realizzati,oltreché espressivi ed intensi,i due ritratti laterali.Plausibile comunque,ed anche originale e ben congegnata,l'idea di fondo.Un pò più debole il ritratto centrale,più che altro per il difetto di nitidezza,ma devo dire che nell'insieme del lavoro non stona e non sfigura.
Mehran Falsafi 07/06/2012 3:32
“Blue Stockings Society” fu la prima organizzazione femminile, emersa nel 1750 in Inghilterra, cui lo scopo consisteva nel riunire le donne per discutere i vari temi della letteratura ai fini educativi. A quei tempi nelle università e negli ambienti letterali furono ammessi solo gli uomini. Persino i ruoli femminili nelle commedie teatrali venivano esercitati dagli uomini travestiti da donne.A quell’epoca in Inghilterra, e badate non in qualche giungla amazzonica, si diceva che il migliore modo per una donna di educarsi fosse stata discutere con il proprio padre, fratello o qualche amico! Si riteneva un fatto ridicolo che le donne componessero poesie e si mettessero a scrivere, e che loro non fossero adatte ad altro che cucire, cucinare ed occuparsi delle mansioni tipicamente femminili.
Non prima di un secolo dopo qualcuno osò ritenere che il famoso detto inglese dell’epoca “ una donna di quaranta è più ignorante di un maschio di dodici” fosse un’assurdità! Infatti soltanto nel XIX secolo cominciarono a comparire in Inghilterra e negli Stati Uniti i primi movimenti e gruppi di cosiddette "sufragette". Erano le donne che prendevano coscienza dei propri diritti e reclamavano la possibilità di votare.
È storia passata (?) no affatto! Superati i periodi storici i contenuti antropologici delle società umane e loro comportamenti subiscono variazioni di forma ma sostanzialmente si ripetono ripercorrendo nuovi scenari. Penso all’evoluzione del potere politico; dalla monarchia allargandosi alla chiesa per poi consociarsi con le borghesie nazionali ed infine reso democratico. Non più di un secolo fa negli stati uniti i negri non furono ammessi in molti locali, figuriamoci alle funzioni pubbliche, ed oggi di quella razza ne hanno un presidente. Quindi è finito l’era del razzismo (?) per niente! Nuove forme di discriminazione sociale si vedranno attingere dalle nuove formazioni di civiltà umane, in quanto il comportamento discriminatorio nell’Uomo, seppur mutabile, è ahinoi un costante.
Tutto questo non poteva, e in un certo senso nemmeno avrebbe dovuto, non manifestarsi nella storia dell’arte. Oggi assistiamo alla democratizzazione della moda, che da un lato pone fine ad un certo tipo di discriminazione e dall’altro da vita ad un devastante fenomeno di concorrenza sleale, forse ancor più discriminatorio.
Quel che cerco d’aggiungere alla tua attenta analisi, @Renzo, è che forse la vera dicotomia è da vedersi tra le varie forme di discriminazione. Nel caso in cui citi tu, e forse anche in quel che non citi ma conoscendo la tua vocazione in merito riesco ad immaginare, è fuori di dubbio che la cosiddetta età della “democratizzazione” nell’arte, specie in fotografia, sia altamente discriminatoria rispetto al periodo in cui la tecnologia aveva dei seri limiti e l’intelletto dell’artista faceva la differenza, ma la questione che oggi s’incombe sul destino dell’arte è riuscire a dar corso ai talenti che nascono, ricucendo lo strappo creato dall’evoluzione tecnologica, senza dar luogo alle nuove forme di discriminazione. Prendere atto delle nuove tendenze e trovare nuovi parametri, nuovi linguaggi critici a passo con i tempi che corrono.
È chiaro che la foto qua su, compresa la didascalia, è soltanto una provocazione in merito all’attesa discussione. Perché sono tre (?) semplicemente perché 1,2,3, a mio modo di vedere, avvia un termine numerico in progressione per mostrare quanto siano numerose le scartate tra le mie foto… ...ma ho compreso il tuo esempio ;)
Grazie @Renzo, grazie @adriana per altrettanto prezioso commento e per il tuo “per me esistono le regole, ma non credo ai dogmi”,,, @ivana che conta fino a tre e sceglie la semplicità per esprimersi,,, @ennio e la sua schiettezza da marinaio, @paola che sconsiglia il “ solo esercizio di bravura”, ben detto,,, @tony che propone severità ma non rinuncia all’apertura, mitico @Cla che conduce l’argomento ad una magnifica riflessione con quella frase citata,,, @monica, oggi più che mai intima e leale con ciò che sente a pelle,,, @ mariaelena,,, @micaela,,, @alberto per loro commenti e simpatia,,, e @SempreGio che mi emoziona, cui ricambio l’abbraccio!
Ottoinve 06/06/2012 22:56
Come nei provini di una volta.. questa, questa e questa!Relativamente alla tecnica io sono sempre abbastanza severo, ma quando si è padroni delle basi nessuno impedisce di trasgredirle. Dove è scritto che una foto con luce e fuoco perfetto è meglio di una fatta magari con un macinino, magari con luci particolari, con un po' di grana e magari mossa e sfocata... dipende sempre e solo dall'obiettivo che uno si pone quando decide di fare una cosa piuttosto di un'altra. Tony
SempreGio 06/06/2012 22:25
Un tris d'emozionee non aggiungo altro :-)))
se non un grandissimo abbraccio Gio
VALZELLI MARIAELENA 06/06/2012 21:16
Mi piace,questo tuo lavoro,la tua originalità in questa proposta...bravo...ciaooo,M.Elenab. monica 06/06/2012 21:04
nè, la mia seconda preferita!:-)
mi piace questo trittico di lei, come fosse la ripartizione di tre sue anime ben distinte ma comunque unite dalla bellezza e dalla sensualità.
ciao mio adorato, ciao nè
ennio valotto 06/06/2012 20:16
Semplice Mehran, se ti piace la presenti , se la criticano te ne sba...i , vedrai che se parlano ci sara' sempre qualcuno ad ascoltarle in silenzio , magari invidiando il fotografo.Ciao Ennio
Ivana Campilongo 06/06/2012 20:03
>>Che succede quando la foto è buona solo per soggetto?...succede che non sono “scarti”
...e succede che hai fatto bene a farcele vedere ;)
(chiedo scusa a tutti per questo intervento pochissimo tecnico… da mezz’ora penso e scrivo, scrivo e penso… le tante ragioni per le quali sono arrivata alle conclusioni scritte sopra… ma poi ho cancellato tutto perché non ci sono ragioni vere, a me questi tre scatti piacciono e basta – anche quello di mezzo che parrebbe essere la cenerentola dei tre!)
adriana lissandrini 06/06/2012 18:58
non sono una teorica, né una cerebrale, non so scrivere romanzi, ti dico solo che per me esistono le regole, ma non credo ai dogmi, che sempre per me, essendo una forma artistica anche le foto devono trasmettere qualcosa, sia un pensiero, una storia, una emozione, un piacere estetico....e che ci sono fotografi che certi effetti, che tu consideri tecnica scarsa, li cercano e li offrono come capolavori....Questi tre ritratti non lo sono,ma a me dicono molto, mi piacciono, c'è molta espressività e intensità, in due una ottima luce, in quello centrale la indefinitezza dona morbidezza e mistero...
Ti faccio un esempio: il mio cestino se non fosse distrutto, conterrebbe molte foto tanto celebrate, che io ho ritenuto assolutamente errate....
Io ti dico bravo Mehran!
ciao Adriana
Renzo Baggiani 06/06/2012 17:18
Caro Mehran, la questione che poni è basilare e la risposta data da chiunque l'abbia seriamente affrontata è unanime nella filosofia teorica.Il problema è la dicotomia tra immagini e parole che alimenta il relativismo ed il soggettivismo. Ciò avviene in ogni materia ed anche nell'Arte. Nell'ambito di quest'ultima colpisce specialmente la fotografia perché in definitiva è quella di più facile accesso e tutti pretendono di vedere in qualsiasi foto quello che vogliono, come se la fotografia non fosse un linguaggio autonomamente espressivo con la sua propria sintassi.La prima regola dovrebbe essere quella che scaturisce da quello che è stato definito il I° Assioma (poi ce ne sono altri due): La fotografia di una cosa non è quella cosa. Quindi la foto di una ragazza non è una ragazza, la foto di una pistola che spara non è una pistola che spara e, parafrasando Magritte, la foto di una pipa non è una pipa.
Il significato è chiaro anche se molti continuano a valutare il soggetto in sé anziché "come" è stato fotografato. Ciò è assurdo, perché è come togliere alla fotografia la sua dignità di linguaggio autonomamente espressivo, cioè la possibilità di essere considerata Arte (se pur, ripeto, quella di più facile accesso):
Concludo con un esempio: la bella rgazza delle tue foto è la stessa no? ... e allora ti domando perché ne hai fatte (e pubblicate) tre?!
argento M M 06/06/2012 16:16
Succede che le parole non servono ... Stupenda in tutte e tre .alberto16-menuder 06/06/2012 15:42
complimenti tre splendidi ritratti ciao