“Non è consigliato girare da soli per Beira di notte, soprattutto portandosi, in mano, una macchina fotografica (…) A Beira non c’è nulla che valga la pena di vedere in generale ed a maggior ragione negli slum che si sono sviluppati, con la recente industrializzazione, lungo le strade che conducono al porto e con il calar del sole le vie si spopolano e le poche persone che vedi sono per lo più gente in cerca di un posto per dormire (…)
Dopo circa venti minuti di macchina e percorse alcune stradine sterrate completamente buie arriviamo davanti ad un chiosco in legno con un piccolo dehor coperto da una tettoia. Alle finestre delle inferriate, i muri dipinti con la pubblicità della Coca Cola perché così facendo , come mi ha detto il proprietario, la tinta viene regalata. Il Na Sombra che in portoghese significa “ in ombra” “
Reportage di verità e documentazione, intriso di dramma: questo viso in penombra e l’ambientazione potrebbero esserne la sconvolgente sinossi.
Sembra di guardare, un capitolo dopo un altro, un libro fotografico sul tema umano, immenso argomento declinabile in infiniti modi, specialmente quando questo argomento si affianca al disagio, al dramma, alla mancanza del necessario fino a avere nullità di prospettive di vita, di esistenza, di aspettative.
Le immagini cruente sono vietate, niente compiacimento per una povertà, non solo materiale ma nella realtà sbattuta in faccia senza pudore.
Le sue sono storie sussurrate di singoli uomini, donne, circostanze di vita, ambienti fatiscenti fotografati , come dice il titolo "na sombra" in ombra, e non solo per il nome del piccolo bar ritrovo.
Un metodo di indagine che cattura un sorriso, un movimento, un attimo congelato di vita, ma... davanti agli occhi, intorno alle parole notturne e sotto quei lampioni malandati, l'ombra notturna, l'ombra del bar, l'ombra di questi visi e di questi sguardi è destinata a non scomparire mai.
Ne' dalle immagini, ne' dalle loro vite, ne' dai nostri occhi.
Rosalba Crosilla 21/07/2013 19:19 Commentaire de vote
grande!!!Paolo Luxardo 21/07/2013 19:19 Commentaire de vote
prolucy franco 21/07/2013 19:19 Commentaire de vote
“Non è consigliato girare da soli per Beira di notte, soprattutto portandosi, in mano, una macchina fotografica (…) A Beira non c’è nulla che valga la pena di vedere in generale ed a maggior ragione negli slum che si sono sviluppati, con la recente industrializzazione, lungo le strade che conducono al porto e con il calar del sole le vie si spopolano e le poche persone che vedi sono per lo più gente in cerca di un posto per dormire (…)Dopo circa venti minuti di macchina e percorse alcune stradine sterrate completamente buie arriviamo davanti ad un chiosco in legno con un piccolo dehor coperto da una tettoia. Alle finestre delle inferriate, i muri dipinti con la pubblicità della Coca Cola perché così facendo , come mi ha detto il proprietario, la tinta viene regalata. Il Na Sombra che in portoghese significa “ in ombra” “
Reportage di verità e documentazione, intriso di dramma: questo viso in penombra e l’ambientazione potrebbero esserne la sconvolgente sinossi.
lucy franco 23/06/2013 12:47
Sembra di guardare, un capitolo dopo un altro, un libro fotografico sul tema umano, immenso argomento declinabile in infiniti modi, specialmente quando questo argomento si affianca al disagio, al dramma, alla mancanza del necessario fino a avere nullità di prospettive di vita, di esistenza, di aspettative.Le immagini cruente sono vietate, niente compiacimento per una povertà, non solo materiale ma nella realtà sbattuta in faccia senza pudore.
Le sue sono storie sussurrate di singoli uomini, donne, circostanze di vita, ambienti fatiscenti fotografati , come dice il titolo "na sombra" in ombra, e non solo per il nome del piccolo bar ritrovo.
Un metodo di indagine che cattura un sorriso, un movimento, un attimo congelato di vita, ma... davanti agli occhi, intorno alle parole notturne e sotto quei lampioni malandati, l'ombra notturna, l'ombra del bar, l'ombra di questi visi e di questi sguardi è destinata a non scomparire mai.
Ne' dalle immagini, ne' dalle loro vite, ne' dai nostri occhi.