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Il mio Natale

Quand’ero bimba,
attendevo con gioia l’arrivo del Natale,
l’albero scintillante con le sue palline di vetro colorato,
ed i pastori del presepe, pesanti, di coccio, dipinte a mano.

La letterina sotto il piatto
con la porporina argentata che profilava
i tetti delle case e degli abeti
e la stella cometa, brillava, come brillava…

Ora il natale ha il gusto amaro della malinconia
è quel velo di tristezza che s’affaccia furtivo
nei loro insicuri occhi di adolescente,
è in quelle domande che non trovano risposte,
mentre lo sguardo si posa inesorabile
su quel posto vuoto…

E quando i ricordi mi assalgono alle spalle
improvvisi, richiamati da un gesto
o una parola,
chiudo gli occhi, mentre una lacrima
si trattiene fra le ciglia
e voglio tornar bambina
al “mio Natale”,
voglio tener tra le mani quella letterina
e con voce tremula recitare la poesia
“Caro Papà e cara Mamma,
in questo Santo Natale,
vi prometto che sarò più buona
e non vi darò mai dei dispiaceri…”

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