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Progetto "Foto&Racconti": Irina (V.O.G.-Lom)

Progetto "Foto&Racconti": Irina (V.O.G.-Lom)

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Progetto "Foto&Racconti": Irina (V.O.G.-Lom)

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http://www.francescotorrisi.com/Foto&Racconti/Lom_Forno_Irina.pdf

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Fotografia di
Racconto di gino lombardi
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"Sono io che porto in grembo quella che tu chiami vita, sono io che posso decidere se tenerla o liberarmene", disse Irina, con l’arroganza di chi crede di avere il diritto di dare la vita o la morte. "Non ti riconosco più, hai sempre parlato di nobili sentimenti, di amore, amore per la vita e per tutte le cose belle, e adesso vorresti abortire e senza tenere in nessuna considerazione me, che sono il padre", disse Yuri, incredulo per come Irina, la sua Irina, si stesse rivelando una persona completamente diversa da quel che credeva che fosse. "Infatti - replicò stizzita Irina - è per amore che voglio abortire, amore per una vita da goderci senza il fardello di un marmocchio, anzi, da godermi, perché non so che farmene di un uomo che la pensa come te". Yuri uscì dalla casa di Irina, sapendo che non l’avrebbe più incontrata.

La clinica era immersa nel verde di un gigantesco parco, ma non era un luogo di pensiero, qui non si pensava, qui anche la mente diventava asettica come la sala operatoria dove Irina pose termine a quella che Yuri chiamava vita. "Finalmente me ne sono liberata", diceva continuamente a se stessa Irina, cercando di scacciare l’immagine di quel bambino che piangeva e che gli sembrava di vedere in ogni angolo della sua casa, ma non sapeva che quello era solo l’inizio di un rimorso che l’avrebbe torturata per tutti gli anni futuri. "Lei è Irina, vero?". Irina guardò stupita quell’anziana donna che aveva bussato alla sua porta e che l’aveva chiamata per nome, poi disse "Sì, mi chiamo Irina e lei chi è e come fa a conoscere il mio nome?". "E’ una lunga storia, se mi fa entrare gliela racconto", disse l’anziana donna. Irina la fece accomodare ed ascoltò una storia che non avrebbe mai voluto ascoltare: quell’anziana donna era un’ostetrica che aveva assistito alla sua nascita: "Ricordo perfettamente quei momenti in sala operatoria", disse e continuò il racconto, passando a un confidenziale “tu”: "C’erano delle complicazioni e tua madre, prima di addormentarsi per sempre, ci pregò di salvare la tua vita e non la sua". "Irina, tua madre è morta per te, sappi esserne degna", concluse l’anziana donna.

Irina camminava da ore, ma non sentiva alcuna stanchezza, sentiva solo freddo, tanto freddo, un freddo silente che da lei si spandeva tutt’intorno.

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