La fotografia è una passione che nasce con me.
Già all'età di nove anni volevo scattare foto e chiedevo ai miei genitori di lasciarmi usare una modesta macchina fotografica a soffietto, che ancora conservo. E' una Kodak Junior 620.
A tredici anni ho iniziato "in grande" facendomi prestare una Galileo 24x36 con cui ho documentato un viaggio in Puglia. Qualche anno dopo con una, mia questa volta, Vito C della Voitglander fotografavo ed anche sviluppavo e stampavo, oscurando la cucina. Smisi la stampa essendomi dedicato solo al colore e soprattutto avendo iniziato a ...lavorare, dopo gli studi.
Arrivai alla reflex con la Bessamatic della Voitglander, che tuttavia mi tradì con un inopinato blocco dell'otturatore, che mi fece perdere tutta la documentazione di un viaggio lungo l'Italia.
Arrivarono al fine i giapponesi! E con il mio grande amore Asahi Pentax fu un rapporto ricco di intesa.
Ora uso uno piccola digitale Ricoh Caplio R7 e, in fondo, non rimpiango la pellicola.
Faccio essenzialmente foto di paesaggi e elementi urbani. Nelle mie foto non appaiono mai persone. O sono piccolissime.
In passato, nei primi anni 70, grazie all'amicizia con giornalisti, che in taluni casi mi permisero l'acceso ai campi di gioco, mi sono dedicato alla foto sportiva. Spesso di praticanti a livello giovanile. Non sono mancate le occasioni di fotografare manifestazioni nazionali.
Ho così avuto la soddisfazione di vedere pubblicata una foto scattata alle Universiadi di Torino 1970 sul volume edito per la raccolta di dati e cronaca di quella competizione sportiva. Il caso volle che fossi l'unico ad aver pensato di fotografare un incontro di volley femminile. Mi sono così trovato, immeritatamente, citato assieme ad agenzie e fotografi famosi.
Gli impegni lavorativi mi obbligarono a lasciare questo ramo di mio grande interesse.
Attilio Demitry 10/05/2010 16:26
La fotografia è una passione che nasce con me.Già all'età di nove anni volevo scattare foto e chiedevo ai miei genitori di lasciarmi usare una modesta macchina fotografica a soffietto, che ancora conservo. E' una Kodak Junior 620.
A tredici anni ho iniziato "in grande" facendomi prestare una Galileo 24x36 con cui ho documentato un viaggio in Puglia. Qualche anno dopo con una, mia questa volta, Vito C della Voitglander fotografavo ed anche sviluppavo e stampavo, oscurando la cucina. Smisi la stampa essendomi dedicato solo al colore e soprattutto avendo iniziato a ...lavorare, dopo gli studi.
Arrivai alla reflex con la Bessamatic della Voitglander, che tuttavia mi tradì con un inopinato blocco dell'otturatore, che mi fece perdere tutta la documentazione di un viaggio lungo l'Italia.
Arrivarono al fine i giapponesi! E con il mio grande amore Asahi Pentax fu un rapporto ricco di intesa.
Ora uso uno piccola digitale Ricoh Caplio R7 e, in fondo, non rimpiango la pellicola.
Faccio essenzialmente foto di paesaggi e elementi urbani. Nelle mie foto non appaiono mai persone. O sono piccolissime.
In passato, nei primi anni 70, grazie all'amicizia con giornalisti, che in taluni casi mi permisero l'acceso ai campi di gioco, mi sono dedicato alla foto sportiva. Spesso di praticanti a livello giovanile. Non sono mancate le occasioni di fotografare manifestazioni nazionali.
Ho così avuto la soddisfazione di vedere pubblicata una foto scattata alle Universiadi di Torino 1970 sul volume edito per la raccolta di dati e cronaca di quella competizione sportiva. Il caso volle che fossi l'unico ad aver pensato di fotografare un incontro di volley femminile. Mi sono così trovato, immeritatamente, citato assieme ad agenzie e fotografi famosi.
Gli impegni lavorativi mi obbligarono a lasciare questo ramo di mio grande interesse.