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andar via....

....lasciando crepe


"CREPES E VECCHIE CREPE

Nessun dolore, sono grande ormai. E' finito quel tempo, mi dico.
Ma allora cos'e', cos'e' quella farfalla che mi vola nello stomaco, cos'e' quel sassolino che mi trovo in gola, che non va ne su' ne giu', che non mi lascia respirare ?
Roma. Universita' La Sapienza, ore tre del pomeriggio: tepore di sole, di ragazze, di ricordi. Una musica nell'aria.
Castiglione del Terziere, mezzogiorno: nebbia fatata, sassi lucidi di umido, nessuno intorno. Silenzio.
Cade un pezzo d'intonaco, senza rumore, e d'improvviso mi svela una crepa, che avevo dimenticato, o meglio, nascosto. L'intonaco serve a poco, con le crepe. A lungo andare ha l'effetto del trucco sulle matrone a teatro: illude, nasconde l'inevitabile. E il momento della verita' arriva sempre. La crepa e' una sera d'inverno, la crepa e' un cane che corre nella nebbia, la crepa sono le luci dei portici che ingabbiano le nuvolette dei nostri respiri.
La crepa sono le crepes di quella notte di fine inverno.

Frutta sotto spirito. Erano prugne, albicocche, pere in Armagnac.
Le anime non si nutrono che di emozioni, e quando sono sazie, molto sazie, tendono a comunicare questo senso di pienezza al resto del corpo, che si adegua rifiutando ogni altro nutrimento. Le crepes riescono a trovare la chiave giusta per entrare, confondendosi come ambrosia per l'anima. Non vengono rifiutate dal corpo come cibo non eletto. Prepararle gomito a gomito, guardandosi negli occhi, e' preludio e insieme compimento, e' rituale.
Le crepes gia' pronte, piegate in quattro come fazzolettini. Si adagiano nella padella , la frutta sotto spirito sfrigolante, due cucchiai di zucchero e il bordo inclinato sulla fiamma, incendio che divampa, occhi che si illuminano.
Come se il mondo finisse dietro quelle pagliuzze d'oro. Intanto, la crepa cominciava a formarsi, era poco piu' di un capello, ma gia' si espandeva.
Lo scalpello che formera' la prossima crepa e' gia' pronto, da qualche parte.
Forse e' gia' all'opera proprio in questo momento, ora, proprio mentre sembra che vada tutto bene, che non si potrebbe essere piu' felici.
Bisognerebbe lasciarle bene in vista, le crepe. Aiutano a ricordare chi siamo. L'intonaco non serve, sempre pronto a sbriciolarsi in pezzi sul piu' bello, lasciandoti nudo.
A convivere con le proprie crepe, quelle nuove, quelle vecchie, prima o poi ci si abitua.
All'intonaco che cade, improvviso, mai."

(Aldo Ponzetti, gastronomo e poeta)

Grazie ad Alberto (Angelici) dell' inaspettato regalo



Sinceramente grazie ad Fc per la pubblicazione in copertina di questo scatto!

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APN NIKON D7000
Objectif Unknown (-2147483648)
Ouverture 5.6
Temps de pose 1/400
Focale 18.0 mm
ISO 800

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