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Bisogna ritornare sui passi già dati, Bisogna ricominciare il viaggio.

Bisogna ritornare sui passi già dati, Bisogna ricominciare il viaggio.

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Silvia Umpalumpa


Free Account, Bergamo

Bisogna ritornare sui passi già dati, Bisogna ricominciare il viaggio.

Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perchè. I loro desideri hanno le forme delle nuvole.
-- Charles Baudelaire-- I fiori del male --

C’è un solo viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore. Non credo che si possa viaggiare di più nel nostro pianeta. Così come non credo che si viaggi per tornare. L’uomo non può tornare mai allo stesso punto da cui è partito, perché, nel frattempo, lui stesso è cambiato. Da sé stessi non si può fuggire.
--Andrej Tarkovskij -- Tempo di viaggio --

http://www.youtube.com/watch?v=joTcilzyyQ4

Commentaire 4

  • Mariana Magnani 28/10/2011 20:27

    Gratius ex ipso fonte bibuntur acquae.
  • Mariana Magnani 28/10/2011 20:17

    Narrazione psicologicamente orientata.



    Sì, il mondo è qui che ti aspetta,
    anche se in realtà ti ha sempre seguito
    ed è sempre stato con te.
    Tu sei l’essenza
    di quello stesso essere che ti aspetta
    e ti segue ancora,
    anche quando tu fuggiasco
    ti avventuri alla conquista di nuove vette.



    Quante volte vorremmo
    che i nostri occhi potessero vedere gli stessi riflessi:
    le stesse distanze di chi ci sta accanto
    ed insieme a noi guarda fisso oltre le verdi pianure.



    Pochi passi per arrivare a te,
    superando l’invisibile muro della solitudine.
    Se i tuoi occhi sono lo specchio del cuore,
    ciò che sto vedendo è bellissimo.

    A piccoli passi nel mondo che è parte di noi,
    perchè ogni strada è libera da ostacoli
    se libero è l’animo dell’uomo che la percorre.

    Se vuoi conoscere il tuo grado di libertà,
    chiediti a cosa sapresti rinunciare.



    Eccomi,
    nella mia invisibile presenza:
    manifesta nei riflessi di cose che hai vissuto
    o vivi.



    Quando pensi di essere solo
    devi affinare lo sguardo:
    osservare le sfumature del tempo e del luogo
    cogliendo ombre e riflessi;
    girandoti verso la direzione del vento;
    respirando ogni profumo.
    Ti sembrerà strano non provare paura
    ed invece sentire che ogni pensiero può rimanere in disparte:
    sospeso tra il richiamo lontano di un rumore perduto
    ed il contatto di una goccia di pioggia sulla tua pelle nuda.
    Nulla è cambiato
    nello spazio che ti circonda.
    Differente risulta la percezione.
    Non è solitudine la figura riflessa in uno specchio,
    nè il contorno di un uomo sullo sfondo ingiallito di una fotografia.
    Quando pensi di essere solo
    è perchè hai dimenticato chi sei
    e guardi un’immagine ormai sbiadita
    che copre l’orizzonte del tempo.



    La nostra conoscenza non è che un balbettìo confuso:
    un cammino ai primi passi.



    C’è sempre un momento del viaggio
    in cui si avverte il bisogno di fermarsi:
    di prendere consapevolezza della meta raggiunta
    e della strada che ancora ci separa dalla destinazione finale, semmai esista.
    Soste necessarie a ritemprare corpo e mente:
    a riordinare quanto accumulato in modo frettoloso, lasciando o regalando ad altri quelle cose che indispensabili non sono più.
    Fermate che non sono pianificate a priori
    possono arrivare poco dopo la partenza o dopo tanto:
    improvvise come un temporale d’agosto o con piccoli segnali; come la varietà di colori delle foglie d’autunno.
    Un foglio bianco è la mia sosta:
    è il silenzio delle parole da dire.
    Non dei miei pensieri, che continuano a fluire
    verso il mare sconosciuto dell’essere;
    non delle emozioni che accompagnano battito e respiro;
    non dell’istante di vita che si scopre solo nel presente, pur affacciandosi sfacciati ad un futuro che rimane
    a volte impercorribile.
    Un foglio bianco riflette tutto e niente,
    compagno di meste riflessioni
    o di rabbia consumata
    tra la punteggiatura irriverente.
    E' un foglio che talvolta rimane bianco, anche se solcato da tratti neri che invocano la lettura.
    Ci sono pause di fogli apparentemente bianchi,
    che visti da vicino svelano l’arcano
    lasciando intravedere l’azione del tempo che sbiadisce periodi e significati.
    Non è bastato averli letti né conservati con cura nei cassetti della mente.
    Ed è proprio questo che fa capire la straordinaria capacità delle parole: libere di essere espressione e sentimento, oppure un susseguirsi di lettere vicine preda di una profonda solitudine perché prive di valore.

    Dentro ad una pausa ci possono essere tutte le parole del mondo.
    Questa è la speranza che fa ripartire.
    Il viaggio è lungo.



    Il cuore non è piatto,
    né lo è la realtà.
    La realtà è una successione multipla, istantanea, complessa, ricca e parzialmente invisibile.
    Solo l'immaginazione può scandagliarla e rivelarne la profondità.
    Winterson, 1995



    La poetica del vago e indefinito.
    Il pensiero:
    i n f i n i to!

    Il volto: nella sua indefinitezza
    rivela ed emana
    una bellezza serafica!



    Complimenti!

    Mariana



    Joy Williams - If You Wanna Go
  • Fabio Salvi 18/09/2011 12:57

    Mi piace il tuo completare una foto con una poesia....sei sempre una bella sorpresa
  • davide canta 17/09/2011 15:53

    è vero e si spera sempre di ripartire

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Exif

APN NIKON D5100
Objectif AF-S DX VR Zoom-Nikkor 18-55mm f/3.5-5.6G
Ouverture 5.3
Temps de pose 0.8
Focale 46.0 mm
ISO 6400