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Ben tornato caro Giovanni, piacere di rivedere i tuoi spiritosi lavori, veri capolavori di ingegneria avio-marina del pensiero, rivolta a raggiungere sulle ali della fantasia le vette più alte del sapere. «Sempre più in alto, sempre più in alto!» Esortava Mike Bongiorno in cima al Cervino mentre si tracannava il solito bicchierino di grappa Bocchino. Nel 1979 lo portarono con l’elicottero sulla cima di questa splendida montagna posta a cavallo del confine italo elvetico. Ma sopraggiunse il maltempo e il povero Mike rimase per tre lunghe ore, da solo, su quel freddo cocuzzolo. Provvidenziale fu quella sponsorizzata bottiglia di grappa. Dicono che se la scolò tutta, in tre ore, viaggiando pertanto a una media di 25 cl. all’ora. E di strada montana ne fece molta, andando realmente sempre più in alto. Nello stesso anno fu la volta del Monte Rosa e poi nel 1980 raggiunse il Monte Bianco, la più alta cima dell’Europa. Bei tempi. Erano anni in cui si credeva che la vita ci avrebbe sorriso per sempre, esattamente così come ci sorrideva Mike. Ma solo un lustro dopo l’ascesa al Monte Bianco la vita smise di sorridere al pianeta Terra. A poco a poco si spense e ci colse impreparati la crisi, così lunga che non è finita ancora oggi, stabilendo un ahimè triste record. «Sempre più in basso, sempre più in basso!» è diventato il nuovo slogan e pare che alla gente non interessi molto di questa orrida china che abbiamo imboccato da oltre un quarto di secolo. Temo che ci siamo rassegnati a vivere in un mondo sempre più brutto. Non che serva a qualcosa, ma un contro slogan l’ho lanciato anch’io: «Una foto per la vita!». Difendiamola, lei, la vita, che ha fatto e sta facendo molto per noi: non possiamo girarle le spalle. Ti domanderai: cosa c’entra la vita con la mia foto di Mergellina? C’entra, c’entra molto. Di certo saprai che siamo davanti a un problema per ora insolubile: sappiamo quali sono i componenti della vita, i famosi mattoni, ovvero quel famoso liquorino energetico chiamato dagli scienziati “CHNOPS”, che è l'acronimo dei sei elementi che sono le star della chimica organica, e vale a dire: il carbonio (C), l’idrogeno(H), l’azoto (N), l’ossigeno (O), il fosforo (P) e lo zolfo (S). E qui nasce il primo mistero: questi sei elementi, come una stella a sei punte, non sono i più gettonati dalla crosta terrestre, per esempio la percentuale di silicio e di alluminio, è maggiore rispetto a quello di fosforo. E non solo! Una volta individuati i mattoni non sappiamo in quale modo si siano combinati fra loro per fare scoccare quella scintilla che chiamiamo vita. La tua foto rappresenta questo concetto: in alto ci sono dei contenitori di diversa foggia nei quali potrebbero esserci i vari elementi chimici suddetti, elementi che in modo misterioso si sono uniti a formare la vita, cioè una evanescente ombra di un gabbiano che sempre più velocemente vola via nell’alto dei cieli. Forse a cementare tra loro i mattoni serve un po’ di grappa, Bocchino, ovviamente, e torneremo ad andare di nuovo verso l’alto, come il tuo gabbiano. Auguriamocelo per i nostri futuri anni, e intanto… cin, cin, caro Giovanni.
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Geo Portaluppi 28/02/2011 3:10
Ben tornato caro Giovanni, piacere di rivedere i tuoi spiritosi lavori, veri capolavori di ingegneria avio-marina del pensiero, rivolta a raggiungere sulle ali della fantasia le vette più alte del sapere. «Sempre più in alto, sempre più in alto!» Esortava Mike Bongiorno in cima al Cervino mentre si tracannava il solito bicchierino di grappa Bocchino. Nel 1979 lo portarono con l’elicottero sulla cima di questa splendida montagna posta a cavallo del confine italo elvetico. Ma sopraggiunse il maltempo e il povero Mike rimase per tre lunghe ore, da solo, su quel freddo cocuzzolo. Provvidenziale fu quella sponsorizzata bottiglia di grappa. Dicono che se la scolò tutta, in tre ore, viaggiando pertanto a una media di 25 cl. all’ora. E di strada montana ne fece molta, andando realmente sempre più in alto. Nello stesso anno fu la volta del Monte Rosa e poi nel 1980 raggiunse il Monte Bianco, la più alta cima dell’Europa. Bei tempi. Erano anni in cui si credeva che la vita ci avrebbe sorriso per sempre, esattamente così come ci sorrideva Mike. Ma solo un lustro dopo l’ascesa al Monte Bianco la vita smise di sorridere al pianeta Terra. A poco a poco si spense e ci colse impreparati la crisi, così lunga che non è finita ancora oggi, stabilendo un ahimè triste record. «Sempre più in basso, sempre più in basso!» è diventato il nuovo slogan e pare che alla gente non interessi molto di questa orrida china che abbiamo imboccato da oltre un quarto di secolo. Temo che ci siamo rassegnati a vivere in un mondo sempre più brutto. Non che serva a qualcosa, ma un contro slogan l’ho lanciato anch’io: «Una foto per la vita!». Difendiamola, lei, la vita, che ha fatto e sta facendo molto per noi: non possiamo girarle le spalle. Ti domanderai: cosa c’entra la vita con la mia foto di Mergellina? C’entra, c’entra molto. Di certo saprai che siamo davanti a un problema per ora insolubile: sappiamo quali sono i componenti della vita, i famosi mattoni, ovvero quel famoso liquorino energetico chiamato dagli scienziati “CHNOPS”, che è l'acronimo dei sei elementi che sono le star della chimica organica, e vale a dire: il carbonio (C), l’idrogeno(H), l’azoto (N), l’ossigeno (O), il fosforo (P) e lo zolfo (S). E qui nasce il primo mistero: questi sei elementi, come una stella a sei punte, non sono i più gettonati dalla crosta terrestre, per esempio la percentuale di silicio e di alluminio, è maggiore rispetto a quello di fosforo. E non solo! Una volta individuati i mattoni non sappiamo in quale modo si siano combinati fra loro per fare scoccare quella scintilla che chiamiamo vita. La tua foto rappresenta questo concetto: in alto ci sono dei contenitori di diversa foggia nei quali potrebbero esserci i vari elementi chimici suddetti, elementi che in modo misterioso si sono uniti a formare la vita, cioè una evanescente ombra di un gabbiano che sempre più velocemente vola via nell’alto dei cieli. Forse a cementare tra loro i mattoni serve un po’ di grappa, Bocchino, ovviamente, e torneremo ad andare di nuovo verso l’alto, come il tuo gabbiano. Auguriamocelo per i nostri futuri anni, e intanto… cin, cin, caro Giovanni.