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Giù la maschera

Tratto dalla raccolta di narrativa
Racconti di gente normale

Titolo : Giù la maschera siamo nella realtà:

La realtà virtuale a parer di logica è un’ottima introduzione agli argomenti:
differenze, indifferenze, amore e, nel mio caso specifico, amicizia.
C’è infatti una diatriba di situazioni platealmente ingarbugliate e aleatorie che toccano i vertici del
“ridicolo” e sfociano spesso nel genere “fantasy”.
La differenza sostanziale che esiste tra la logica e la fantasia, esiste anche tra illudersi di essere reali quando invece siamo solo persone virtuali, ben nascoste dietro ad un monitor, che cercano chissà che cosa all’interno di una rete telematica inventata per accelerare i processi cerebrali dell’essere umano al fine di allietargli e semplificargli l’esistenza.
E qui introduco l’argomento successivo:
L’indifferenza: Indifferenti a qualsiasi forma di logica ci rallegriamo di raccontare la nostra vita alla foto di un estraneo pubblicata su un sito di incontri.
Questo comportamento sconnesso dovrebbe farci riflettere e spesso, infatti, capita che se il nostro interlocutore, la sua foto, non la vuole rendere pubblica, prima di iniziare la conversazione, gli chiediamo gentilmente di inviarcela
La risposta, che si tratti di un uomo o di una donna, è sempre la stessa:
giustificano l’omissione di identità accampando scuse e noi, di nuovo indifferenti, facciamo finta di credergli per qualche minuto. Subito dopo, però, li annoveriamo nella famosa lista nera dove, regina indiscussa, regna l’indifferenza.
Dal quel momento in poi non ci disturberanno più!
Bisogna ammettere che nel grande imbuto della rete ci sono meccanismi creati apposta per rimanervi imbrigliati a vita del tipo:
lei “bellissima”, dopo sei mesi si presenta all’appuntamento tanto agognato in versione “non sono quella della foto”, e lì sta a lui fare la differenza “bello e aitante”, per non reagire malamente, mette su un’aria indifferente costringendo lei alla ritirata.
E qui scatta la differenza tra i metodi tradizionali e quelli multimediali:
prima ci si incontrava, ci si osservava, ci si sorrideva e poi, dopo qualche tempo, con cautela, ci si rivolgeva la parola.
Oggi è tutto più semplice: ci si vede su un monitor, ci si osserva da una telecamera oppure, mediante foto tessera, ci si incontra a cene prestabilite, ci si sorride a forza e, dopo qualche tempo, con le dovute cautele, ci si eclissa con la stessa indifferenza e approssimazione con la quale è nato l’incontro dietro il quale milioni e milioni di persone pensano di poter trovare un qualcosa di diverso, di interessante e misterioso o, addirittura, l’anima gemella.
Amori e tradimenti:
Siamo in un centro internet perché abbiamo bisogno di socializzare in rete.
Poniamo il caso di vedere apparire il famoso “nick”, che significa in italiano “nome di una persona on-line”:
lui si chiama “bello e danaroso”, lei “bella e sensuale”.
I due iniziano a dialogare:
“lui” le chiede lo scambio delle foto.
“Lei” prende tempo perché è sposata e quindi ha paura di esporsi inviando l’immagine di se stessa ad uno sconosciuto.
“Lui” la corteggia fino a quando “lei” gli chiede sfacciatamente il numero di cellulare.
A questo punto è lui a prendere tempo perché gli sembra avventata l’idea di dare il numero di cellulare ad un’estranea.
Lui pensa:
“non si sa mai magari vado a pescare proprio un’amica della mia donna!”.
Risultato:
un bel giorno il marito di “lei” scopre che la moglie, quando lui è fuori, “chatta” (termine usato su internet che significa “scambio di opinioni con un estraneo”), le fa una scenata e finisce lì, tanto anche lui dall’ufficio fa la stessa cosa!
Mentre la convivente di “lui”, che invece non sa chattare e non capisce che è solo un gioco virtuale, sbatte il malcapitato fuori di casa perché convinta che dietro al video sia successo ben altro.
E qui viene il bello perché nessuno di loro saprà mai la verità di come sono andati veramente i fatti.
Quindi la differenza delle situazioni è inesistente,
così come l’indifferenza con la quale affrontiamo
estenuanti giornate nascosti dietro ad un monitor
non tenendo conto del tempo che passa,
del romanticismo che tramonta,
della realtà che svanisce
e del fatto che l’indifferenza nel nostro millennio
regna regina indiscussa soprattutto nelle relazioni interpersonali
e che se una volta la differenza la facevano i fatti concreti,
oggi bastano un monitor e una tastiera
per ritenerci in linea con i tempi e soddisfatti di noi stessi.
La morale è:
“meglio fare la differenza nella vita che esserne indifferenti per non soffrire!”.

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