I colori del raduno, ROSSO per il vino, GIALLO per il mistero e FUCSIA per….
La mini galleria dei personaggi del primo raduno di Vigevano si arricchisce del ritratto di Roberto Tagliani, l’organizzatore in primis. È pur vero che ebbe al suo fianco due alfieri d’eccezione, Abbati e Zappa, che hanno funzionato a 360°, ovvero dall’A alla Z, come evidenziano le iniziali dei loro cognomi, ma è a lui che va ascritta la maggior parte del merito. E infatti credo abbia acquisito l’onorificenza del titolo che fu dell’imperatore Federico II Hohenstaufen, o Federico II di Sicilia o di Svevia (Jesi, 26/12/1194 – Fiorentino di Puglia, 13/12/1250), re di Sicilia, e re di Gerusalemme, imperatore dei Romani, re d'Italia e re di Germania. Mi riferisco al titolo riconosciutogli dalle genti che lo chiamarono con l’appellativo di “stupor mundi” (meraviglia del mondo). A identico convincimento giunge anche Rovelli, di cui abbiamo già mostrato le fattezze e parlato, ma di cui non si parla mai abbastanza. Qui lo vediamo nell’atto di chi si stupisce al cospetto dell’organizzatore viglebanensis Robertis Tagliandis, con tanto di mano alzata a celare garbatamente la “oh” di meraviglia che gli indora le labbra. Di Ale, come è risaputo, in genere è ben altro che gli fa brillare le labbra, è un nettare rosso rubino, colore che egli rappresenta indossando una camicia d’ispirazione garibaldina, a ricordo del colore del vino, liquido con cui ha una certa familiarità e di ciò non ne fa mistero. Mistero è invece, almeno per me, la ragione per cui i raduni fotografici di FC hanno così smaccato successo. Gente che non si conosce, che non si è mai vista, si sobbarca centinaia di miglia di traffico sfaticante per giungere allegra alla meta, e festosa trascorre una giornata in compagnia di altri virtuosi della fotografia. È una armata Brancaleone che il 21 giugno ha trovato il punto di ritrovo sotto la statua di “san Giuanin d’la Pumisela”, così chiamiamo san Giovanni Nepomuceno, al secolo Johann Nepomuk (1349-1393), sacerdote boemo, annegato nelle fredde acqua della Moldava da re Venceslao IV. È una armata che pacificamente ha preso d’assalto la piazza e le vie cittadine del centro, facendo centro a ogni foto scattata con l’arte sua che ha connaturata e collaudata sui banchi di FC.
Ma resta il mistero della giovialità. Alcuni, è vero, si conoscevano già, ma molti, io stesso ho sentito, era la prima volta che partecipavano a un raduno di FC
Ecco quindi il colore giallo, tinto sulle mura del ristorante che ci ha ospitato e rifocillato con abbondanti libagioni. Anche se questo enigma non verrà risolto resterà comunque il fatto che l’allegrezza ai raduni è un segno di speranza. Viene a sfatare che lo straniero resti straniero in terra straniera, citazione pescata da “Stranger in a Strange Land” romanzo di Robert A. Heinlein del 1961, autore che a sua volta ha tratto il titolo del suo libro dalla Bibbia, Esodo 2:22, in cui si narra che Mosè si trovò nella terra di Madian da tanti anni, dopo la famosa fuga dall’Egitto avendo egli ucciso una guardia egiziana che stava frustando uno schiavo ebreo (scena miticamente portata sullo schermo da Charlton Heston nel film “I dieci comandamenti” 1956 di Cecil DeMille). Nella terra di Madian, la terra straniera, il Patriarca viene accolto da Ietro, sacerdote idolatra, di cui sposa la figlia, Sipporah. L’esilio rappresenta per Mosè l’abbandono delle tradizioni dei Padri, del culto ebraico, ovvero di ciò che aveva di più sacro. A comprova di ciò la Bibbia testimonia che egli non aveva circonciso il suo primogenito, Gershom. Mosè dunque aveva chiuso con il passato e con i sogni della giovinezza e anche con il suo popolo. Era cominciato per lui un nuovo capitolo, in una terra straniera, con una diversa famiglia. Ah!, se si fosse potuto iscrivere a FC, probabilmente avrebbe evitato questo suo travaglio esistenziale. Noi che siamo già membri di FC, restiamoci, perdindirindina, e vedrete che non sarete mai stranieri in alcuna contrada, di certo non a Vigevano, parola di lupetto.
Resta il terzo colore, l’ultimo, quello più importante, che lo stesso organizzatore, nella foto di gruppo scattata da Gae nel cortile del castello, ha testualmente così chiarito: « … p.s.: terzo in alto da sinistra ....maglietta fucsia per farmi riconoscere !!!! »
Se un tempo il capo gruppo di una comitiva, per non smarrire i suoi protetti, girava con un cartello issato su una lunga asta, con il nome del gruppo e località di provenienza, lo stemma e magari appesa una coda di marmotta, questa moda è tramontata e oggidì gli organizzatori di raduno, gli accompagnatori, segnalano la loro presenza con una maglietta fucsia. Io che di mestiere son uno che si adegua, riconosciuto che il cartello sull’asta è un mezzo po’ ridicolo, accetto di buon grado (alcoolico) la maglietta fucsia. Quello che rivendico è solo la salvaguardia della musicalità della lingua italiana. Fucsia non ha italico suono, ha le lettere “c” e “s” rovesciate. L’ordine nostro di parlata è prima la “s” e poi la “c”, è una regola che va rispettata.
Quando ero piccolo manco esisteva il colore “fucsia”, che trae origine dal bavarese Leonhart (o Leonhard) Fuchs (17 gennaio 1501 - 10 maggio 1566) nato a Wemding.
Noi, che non eravamo avvezzi a perderci d’animo per simili quisquiglie, avevamo supplito alla mancanza del “fucsia” con il colore ciclamino, che è la stessa cosa. Col ciclamino ne abbiamo fatto di cammino. Cantavamo tutti una canzoncina, “Aveva un bavero” che iniziava così: « Aveva un bavero color zafferano e la marsina color ciclamino, veniva a piedi da Lodi a Milano, per incontrare la bella Gigogin…» Era il 1954 e al Festival di Sanremo debuttò il “Quartetto Cetra”, un gruppo innovatore, proponendo a sorpresa una canzone definita “racconto popolare” e il ciclamino divenne l’emblema di anni in cui si viveva felici. Ora il solito criticone potrebbe obiettare che la parola ciclamino non offre un fiero timbro al pari del cipiglio che assume il viso all’enunciare la parola “fucsia”, motto teutonico che evoca il cozzare d’armi. Vero, ciclamino è termine leggerino, birichino. Ma non disperiamo e fiduciosi affidiamoci alla benigna madre lingua italiana che sa come trarci d’impaccio. Se ciclamino è vezzoso e fucsia aspro, ecco che tra i due si pone il colore “magenta”. È uno dei primi coloranti su base di anilina scoperto poco dopo la battaglia di Magenta (1859), che si svolse vicino a detta cittadina lombarda, nei pressi del fiume Ticino, sulla via per Milano. Si dice che il colore prese il nome da Magenta per il molto sangue sparso nell’omonima battaglia ma, pare più probabile la versione che fa trarre sì il nome dal fatto, ma non dal rosso sangue, bensì dal colore dei pantaloni degli Zuavi, truppe francesi che in quella battaglia combatterono.
E il colore magenta bene s’attaglia a Tagliani, è un colore guerresco che contro il nemico s’avventa e l’animo ostile spaventa. Parrà poco, ma c’è chi s’accontenta con assai meno del colore magenta!
federico ravaldini 06/08/2009 19:28
Carissimo Geo, sono tornato completamente operativo...ed oggi per la prima volta da prima del "RADUNO", perchè così bisogna chiamarlo come se fosse l'unico ed il solo.....specialmente dopo le tue descrizioni o finestre aperte sull'accaduto, sono riuscito a sistemare le foto ed quant'altro sul nuovo Portatile e tra l'altro mi è tornata la voglia di continuare la famosa mia storia,,,,,ma forse è solo colpa del caldo che mi dà alla testa.Tornando al "RADUNO" leggendoti su questa pagina e sulla precedente mi hai fatto pentire amaramente più di una volta di non esserci stato anch'io, soprattutto perdendo cosi l'occasione di conoscerti personalmente!!
Certo che sei un affabulatore nato e quando descrivi una situazione spazi a 360° e anche di più se fosse possibile, rendendo così piena e chiara visione dello scenario che ti vedi davanti e non solo....rendi edotto il lettore allo stesso tempo dei tuoi pensieri e delle sensazioni che ti provocano le situazioni in questione!!!!
Spero di essermi riscattato per la mia prolungata e forzata assenza, mi cospargo quindi il capo di cenere e chiedo pietade al vostro cospetto!!!
Ciao Capo Bassotto, dall'amico FEDE ...la seconda foto le lunghe ombre...... mi sai dare tu una risposta per quel ricordo latente???
Roberto Tagliani 01/08/2009 6:00
Ciao Geo, la vedo solo adesso .....TU FAI IL FURBO ! :-))
Non sò perchè, forse non ti vuoi esporre, ma TUTTI devono sapere, che se abbiamo trascorso la bella giornata che abbiamo avuto, il merito, per almeno il 50% và anche a te ....e lo sai benissimo !!! :-)))
Io ho un solo rammarico: ho fatto in tutto 7 foto 7 e per i ricordi posso godere solo delle foto degli altri .....
W il FUCSIA !!! :-)))
Franco Merlo 31/07/2009 22:51
Seguo i tuoi resoconti sul raduno con attenzione e rammarico per la mia forzata assenza: il successo c'è stato perché un po' ci si conosce dalle foto e dai commenti e soprattutto per il piacere di condividere una comune passione.Sono con te: meglio ciclamino o magenta di fucsia!
Ciao
federico ravaldini 31/07/2009 22:38
Per intanto son tornato per congratularmi con tè per questa tua ultima opera......Ritornerò prestissimo per completare gli elogi .Ciao
Marialbi 27/07/2009 16:20
sono colori che io adoro...tu come sempre seiformidabile...i tuoi racconti sono fantasticamente
favolosi...
un abbraccio esagerato con la speranza di rivederti
prestissimo...
ciao
maryte
Carlo Pollaci 27/07/2009 13:46
Il fucsia è un colore bellissimo.Poiché siamo grandicelli, e non è l'aspetto esteriore quello che conta di più, dedicherei questo colore proprio alla "BELLEZZA INTERIORE".
Un carissimo saluto a tutti voi, Carlo
Roberto L. 27/07/2009 10:56
Pura goduria foto e testo, Geo! Il tuo commento si inserisce magnificamente in quella recente tradizioni di studi che produce ormai, da diversi anni, monografie dedicate alla storia sociale e culturale di singoli colori. Ma con molta più ironia! Un doppio applauso :-)Roby
SempreGio 27/07/2009 8:08
Mi sono piacevolmente persa nel tuo narrare :-))) sei unico, un caro saluto e buon inizio di settimana GioPaolo Zappa 27/07/2009 0:58
Certo che solo tu potresti descrivere un semplice colore di una maglietta tenendo un trattato di storia antica e moderna!!!!! Sempre formidabile, Geo!!!! Buona settimana, Paolo!!!!