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Il Conero dal treno

Osservo fuori dal finestrino di un treno, il mondo vive e scorre, intorno.
M’incanta comparare il nostro arco vitale ad un disco vergine che incide ogni volta di una nuova traccia, un nuovo suono.
Immagino note sfiorate di un’arpa: la nostra essenza, aggiungersi gli archi, i fiati, gli ottoni e poi i timpani, e man mano che il cammino dell’esistenza avanza ci sarà sempre spazio per un nuovo strumento, un nuovo suono a comporre la nostra melodia, fin quanto il disco non sarà completo.
Solo allora la sinfonia sarà perfetta; sarà il momento di alzarci in piedi, in mano prenderemo una bacchetta e dirigeremo finalmente la nostra orchestra, mentre la musica svanirà verso l'incoscienza e avanti agli occhi potremo vedere scorrere i titoli di coda.

Ho una finestra dentro di me; riflette il mio essere tra gli specchi della mia anima.

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