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Il coraggio di essere mamma in Africa

Il coraggio di essere mamma in Africa

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Il coraggio di essere mamma in Africa

Malawi, marzo 2009. Le donne, le mamme, sono state le prime ad accettare di sottoporsi alla diagnosi e poi alla cura dell'AIDS. Non è stato facile. Un grosso giudizio detto "Stigma" pesa su coloro che accettano i protocolli terapeutici. Accostarsi a questo spesso ha significato per molte autodenunciarsi, con tutte le conseguenze del caso. Non dovrebbe essere difficile immaginarlo. Lo è stato anche in Europa, e per certi versi lo è ancora. Essere considerate le untrici della società è una condanna pesante che porta in Africa ad essere ripudiate dalla famiglia, dal marito. Quest'ultimo, spesso il vero untore che difficilmente si avvicina alla terapia, ha diritto di abbandonare la moglie al suo destino, cacciandola di casa (quella che si può chiamare casa!) senza nulla, con i soli abiti indossati al momento. Gli stregoni e sciamani dei villaggi poi fanno il resto. Spesso l'amore per i figli che portano in grembo le spinge a sottoporsi ai trattamenti. La loro salvezza e quella del loro bambino. Lentamente si stà però assistendo a un graduale coinvolgimento anche degli uomini al programma di trattamento. Sono spesso situazioni difficili. Gli uomini si rivolgono ai centri più che per convinzione per esigenza. Arrivano quando ormai lo stadio della malattia ne riduce sensibilmente le aspettative di vita. Spesso questo però fa da monito alle generazioni future. L'orizzonte si fa rosa anche per loro. E' questo uno dei sogni africani.

Commentaire 3

  • Antonio Carlevale 21/05/2009 23:49

    Dobbiamo imparare tutti a lottare, sperare, sognare per un mondo più bello e umano. E non è detto che noi vedremo i frutti dei nostri sforzi, che se pur lentamente porteranno grandi cambiamenti. Per questo verremo giudicati e ricordati dalle generazioni future. Chi salva una sola vita salva il mondo. Gianni ... siamo già due ad essere d'accordo su questo, dai ... cerchiamone altri. Grazie della visita e del prezioso incoraggiamento. Ciao, Antonio C.
  • Gianni Boradori 20/05/2009 6:18

    Bravo,bel documento e ottima descrizione di un problema che affligge l'Africa e non solo.
    Sicuramente le cose cambiano,ma i processi sono lentissimi e nel frattempo si continua a morire.......
    :-(((((
  • Pia Musci 20/05/2009 6:00

    Bella!
    Commovente il commento!
    Ciao
    Pia