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Simona Arbus


Free Account, Bologna

La Benda

Bendopoli. Una piccola città, pulita, ordinata, nel suo piccolo organizzata.
Sono nato qui 33 anni fa, coniugato, statura: 1 e 74, capelli: scuri, segni particolari: benda variopinta.
Come va?
Benissimo, grazie.
Sono stato anche dal medico che mi ha trovato perfettamente a posto: nevrosi acuta, condizionamento totale, visione delle cose zero… normale insomma.
Eppure da un po' di tempo mi sembra che questa benda non funzioni tanto bene. Strano è nuova nuova. Poi adesso le fanno così belline, colorate, di vari tessuti, di varie forme. Oh Dio, niente a che vedere con le bende di prima della guerra eh?
Intanto erano nere… oscurità totale, poi altre bende, altri spessori… certe partite a moscacieca!
Insomma da un po' di tempo mi sembra che questa benda lasci intravedere degli oggetti, delle facce, intuire dei movimenti.
Mah, sono un po' "preoccupatino".
Che si sia allentata? Beh, ma se è solo questo posso stringerla io stesso, è un gioco facilissimo, magari, magari un po' pericoloso, basta stare un po' attenti. Ecco la tiro su qui da di dietro, ancora un momento, così, ecco…

Oh Dio! M'è caduta la benda!
Uhè! Sono senza benda! È la prima volta nella mia vita!
Però non si sta poi neanche tanto male eh?

Coro: È pazzo! È pazzo!
G: No, non sono pazzo. Dico che forse si potrebbe vivere anche senza benda.
Coro: È pazzo furioso!
G: Ma no, anzi vi dirò una cosa: io la benda non me la metto più!
Coro: Bisogna impedirgli di nuocere. Stasera. È per stasera.

(Gaber/Luporini, La Benda)

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