Mostra on line " I ragazzi della SS 7 bis" di Andrea Minichini # 1
vivono lontani da casa s circa 30 mt - sanno cosa...ma non sanno dove
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Ambientazioni spoglie, architetture senza concessioni , ragazzi in gruppo, eppure soli sulla loro strada. Una serie drammatica, un racconto tra trasposizione e reale, scoperto, vissuto, dall’Autore in primis, col suo sguardo permeabile alla realtà, nell’unico possibile bianco e nero che rivela i suoi “ragazzi della SS 7 bis” : sostano qui, in dieci fotografie , simboli con occhi , espressioni, movimenti come un ponte gettato dall’altra parte di un fiume e quel salto di Paolino, nell’ultima fotografia, sembra , struggente, la materializzazione di un desiderio di altre, diverse possibilità.
Scrive l’Autore :
la visione della vita ....ad andare a scavare nel fondo del buio che in tutti alberga...è uno stato mentale
...indipendente dallo stato economico sociale colturale
nasce da cosa speriamo..come lo speriamo..quanto lo speriamo..dall'equilibrio tra il farlo e no....tra fermarsi ed accellerare
...distanti o sfiorando la ..." disperazione "
seguendo o no..un sentiero già tracciato dentro dalla storia...Homini,
...dipendendo il tutto dalla curiosità..foriera di perchè?..a cui molte risposte mancano..assenti da sempre di un assenza futura....
ecco credo che in questa "assenza-vacua" sta considerare la vita un .peso di ci patire...oppure un..regalo.di cui gioire.-)
....e tutti i ragazzi di..." confine"....tentano la strada del regalo...un regalo che nessuno fa loro....
che lo strappano da soli dalle mani del destino....
almeno ci provano...
..ed il Destino cos'è?..se non la Fame di Libertà degli Altri....che si scontra con la Nostra!!”
gino lombardi 17/11/2012 11:37
Strano concetto quello del destino, ci si può credere o meno, ma è indubbio che l’alfa e l’omega della vita appartengono di certo a un destino che ha portato alla nascita di un essere e che porterà alla morte di quello stesso essere. Se quello che c’è tra la nascita e la morte sia o meno già segnato e questione discutibile, ma anche qui c’è una certezza (quasi) e cioè che il destino viene tirato in ballo (in qualità di colpevole) quando il corso della vita non è soddisfacente (non ho mai sentito qualcuno cui le cose vanno bene dare merito al destino).Questi ragazzi hanno un destino segnato? Io credo di si, ma credo anche che si tratta di un destino che può essere cambiato, e non tanto dagli stessi ragazzi, quanto dai grandi, se solo questi smettessero di intendere il futuro come qualcosa che dipende dai giovani, perché non si può costruire un palazzo se non ci sono le fondamenta e queste vanno realizzate prima della costruzione, nel presente e non nel futuro.
Una mostra che racchiude una grande sensibilità.
Complimenti, davvero sinceri.
Gino
Monique Leone 16/11/2012 10:58
il tema interiore quanto pratico...sfuma nell'azione...è l'azione che diventa scelta
o è la scelta mista a ricerca che diventa azione...
o...infinite altre possibilità cariche...di retaggi
visibili e non... ereditati... acquisiti... trasformati...
e loro...chi sono ?
l'epressione sconfigge ogni preconcetto
è talmente sottolineata dall'ambientazione...dalle scelta di luci ed ombre distribuite ad altro...che lascia interdetti...(almeno me)
sono ancora in grado di affermare: mipiaceassai