Progetto "Foto&Racconti": Il fotoreporter (Torrisi-Berlendis)
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http://www.francescotorrisi.com/Foto&Racconti/Berlendis_Torrisi_Il_Fotoreporter.pdf
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Fotografia di Angelo Berlendis
Racconto di Francesco Torrisi
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UN MESE FA....
Ho sempre avuto un unico pallino: quello della fotografia. Cogliere l'attimo e mostrarlo tutte le volte che voglio. Mi da la sensazione di dominare il tempo ed anche gli eventi, guidare persino il destino, non è più lui a decidere il dove e il quando, ma io, catturandolo dentro la mia scatolina magica per riproporlo a mia discrezione. Il problema è, al limite, trovare l'amico paziente disposto a riguardare tutti i miei scatti per l'ennesima volta, ma ho sempre avuto veri amici e il mio non è un vanto da poco. Fedele a questa mia passione ed essendo immune dal richiamo del sacrificio, ho fatto sì che il mio lavoro fosse appunto divertente. In poche parole, faccio per campare quello che facevo prima per divertirmi: riesco ad avere la vostra attenzione? Ecco, io sono un fotoreporter. Ora so di avere anche un pizzico della vostra invidia.
Certo che, a conti fatti e parlando di vile danaro, il mio lavoro, se mi ripaga in divertimento e soddisfazione, non mi fa diventare ricco, anzi, io economicamente “galleggio”. Più di un paio di volte, in alcuni “fine mese”, ho rischiato l'annegamento.
La gavetta la sto facendo. Era già messa nel conto. Lavoro per il quotidiano della mia regione. Non è il top, ma neanche carta straccia. E' un buon punto di partenza. Intanto pubblico le mie foto, mi diverto e mi pagano pure per farlo. Mi hanno assegnato, fino ad oggi, il compito di catturare tutti gli eventi sportivi che avvengono qui da noi. Lo so, è inutile rimarcarlo, non sono un fotografo di “nera”. Uno di quelli dall'aria truce, la barba incolta e sigaretta di traverso, di poche parole e con tanto di sguardo duro di chi ha visto troppo. Io di “scuro” ho forse solo l'abbronzatura per il tempo che passo all'aria aperta. A me sta bene così. Quando torno a casa, io sono felice con il mondo intero, loro quando tornano a casa, non chiudono mai a chiave la porta e non spengono la luce dell'ingresso per poter uscire più velocemente possibile quando li svegliano in piena notte. Forse dormono persino vestiti. Il crimine vive prevalentemente la notte.
Ma ho grosse novità per me e per voi. Parto per una missione speciale mandato dal mio
giornale. Sì, mi hanno dato questo incarico straordinario: dovrò fare un tour fotografico intorno al mondo e raccontare con i miei scatti ciò che vedrò. E per un mese intero. Un viaggio. Un sogno. Il mio grande sogno. Tutto pagato.
OGGI...
Sono appena tornato a casa. Ho girato il mondo. Questo Mondo. E' il luogo dove nasciamo, dove viviamo. Su questa Terra si svolge la nostra vita, così come lo è stato per chi ci ha preceduto e lo sarà per chi seguirà. In questo Mondo in pratica noi esistiamo e non potremmo farlo in nessun'altra parte dell'universo. E' unico. Direte: che c'entra tutto questo col mio servizio fotografico? Credetemi, non sono impazzito. Non io almeno, ma fatemi continuare, devo parlarvi di questo Mondo. Noi siamo solo un attimo fugace del suo orologio. Una milionesima frazione di un secondo del suo tempo. Ma quanto peso ha su questo Mondo la nostra breve apparizione. Il Mondo è stato generoso con noi. Ci ha dato tutto cominciando dalla vita. Io sono partito per catturare il Mondo e potervelo mostrare. Per raccontare, a voi che state comodamente seduti a casa vostra, quanto grande e meraviglioso sia questo Mondo. Sono partito per catturare fantastiche immagini di ciò che il Mondo generosamente ci dona.
Dagli albori della nostra apparizione ad oggi.
Ho tutto dentro la mia scatolina magica. Tutto ciò che ho guardato attraverso il mio obiettivo è conservato lì dentro. Ma che ci crediate o meno, ho paura anche a toccarla quella macchina fotografica. Ho paura a rivedere ciò che ho catturato.
Ho paura che tutto quello che c'è là dentro sia purtroppo vero.
Volevo raccontarvi della bellezza e della leggerezza dell'aria che ci circonda. In tutte le sue sfumature di colori, catturare, in un semplice scatto. Ero convinto di poter catturare persino i suoi profumi portati dalle brezze e farveli sentire. Ero più che certo che sarei riuscito a farveli sentire anche solo guardando un mio scatto. Quello che ho catturato è tutt'altro. Noi inquiniamo l'aria. Offendiamo l'ossigeno che ci dà la vita. La rendiamo torbida, insana e malata. Arriviamo persino a bucarla. Se è impossibile fare un buco nell'acqua, ecco, noi ci siamo riusciti con l'aria.
Volevo raccontarvi della terra. Volevo catturare tutti gli angoli sperduti del Mondo. Tutte le bellezze delle forme. Le distese. Le alture. I deserti e le foreste. Ma io ho catturato una terra offesa ed oltraggiata con cemento, ferro, scorie e spazzatura.
E' come aver rinnegato nostra madre. La nostra Madre Terra.
Volevo raccontarvi dei mari e degli oceani. Far navigare anche voi in questo fluido magico. Volevo mostrarvi i suoi abitanti. Tanti, colorati e misteriosi. Ho trovato una distesa buia e nera. Densa come melma. Disabitata. Noi abbiamo ucciso la vita dei nostri mari.
Volevo raccontarvi delle nostre case. Tutte le nostre case che ci proteggono e ci fanno stare assieme. Piccole, grandi, alte. Tutte. Questo Mondo dopotutto ha voluto essere la nostra casa per poterla abitare e vivere in pace. Le mie immagini non raccontano questo. Non ho visto pace per quanto l'abbia cercata. Ho visto solo distruzione e disprezzo. Noi non sappiamo cos'è la pace.
Volevo raccontarvi dell'amore. Ovunque esso si trovasse. Non ho un solo scatto che racconti di questo sentimento. Quello che si ci avvicina di più credo che abbia a che fare con l'indifferenza. Ho invece tanti scatti pieni di odio.
Volevo raccontarvi dei popoli che vivono su questa Terra. Che hanno viaggiato nello spazio e nel tempo di questo Mondo. Che hanno dato e hanno ricevuto l'uno dall'altro, che hanno condiviso le loro esistenze lungo la storia millenaria di questo Mondo. Non ho un solo scatto che mostri una mano tesa. Nessuno scatto che mostri solidarietà. Neanche una
immagine, anche sfocata, che racconti di un semplice dono scambiato tra esseri umani senza nulla a pretendere in cambio.
Io ho camminato su questo Mondo guardandolo attraverso la mia macchina fotografica. Ho solo visto oltraggiare questo Mondo. Si, noi questo Mondo lo stiamo calpestando. Mi sento sporco anch'io a camminarci sopra.
Sono stanco. Ho paura di guardare le mie foto. Mi sento sporco. Mi dovrò pulire. Quanto è brutto ormai poggiare i nostri piedi in questo Mondo.
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