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Progetto "Foto&Racconti": La malinconia di un padre (Carolla-Rigoglioso)

Progetto "Foto&Racconti": La malinconia di un padre (Carolla-Rigoglioso)

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Progetto "Foto&Racconti": La malinconia di un padre (Carolla-Rigoglioso)

La malinconia di un padre

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http://www.francescotorrisi.com/Foto&Racconti/Carolla_Rigoglioso_La_malinconia_di_un_padre.pdf

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Fotografia di
Racconto di Massimo Carolla
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Quella mattina Paolo, contrariamente alle sue abitudini, si era svegliato tardi. Forse il lungo viaggio di ritorno in macchina l’aveva stancato troppo. Per molti guidare sei ore poteva essere anche rilassante ma per lui, che usava l’auto solo raramente, era uno stress. Se non fosse stato per la figlia
Giulia, da pochi mesi sposata e trasferitasi al nord, di certo non si sarebbe sobbarcato quell'avventura stradale. Ma ormai era passata, anche se si sentiva ancora sottosopra... Marta, sua moglie, era già uscita a fare le compere, gli aveva lasciato il caffè al caldo e sarebbe tornata tra poco. Santa donna, dove trovava la forza di fare un mare di cose non si sa... Ora che Paolo era in pensione, la vedeva trotterellare per casa appresso a cucinelle, panni da lavare, casa da accudire... Ogni volta provava a darle una mano, lei lo lasciava fare un po' poi, alla prima che inevitabilmente sbagliava, lo rincuorava sorridendogli...
“Paolo, lo vedi? Non sono cose per te, lascia fare a me e leggi il giornale, dai!”. Lui brontolava un po’, se la prendeva con le cose che non funzionavano come avrebbero dovuto, insomma incassava e si arrendeva dedicandosi alla lettura. Oramai erano passati tre mesi da quando la loro figlia era andata via da casa per vivere la sua vita assieme al marito. Si era sposata a 35 anni, un’età ragionevolmente matura, erano una bella coppia e presto gli avrebbero dato la gioia di un nipotino. Quella mattina Paolo solo soletto si ritrovò davanti alla porta della stanza di Giulia ed entrò. La camera era in ordine, naturalmente, un po' spoglia rispetto a quando lei viveva in casa con loro. Ricordava che quando era una ragazza aveva una serie di manifesti rock alle pareti, un’infinita quantità di pupazzi e pupazzetti, libri, quaderni, musicassette, dischi, ammennicoli vari, tanto che a volte non poteva trattenersi dal chiederle come potesse stare in quel caos... Ora era tutto perfettamente al suo posto, anche se con meno cose... Alle pareti sue fotografie con amici, con il suo ragazzo al mare e una del matrimonio... Si guardò intorno, i pensieri corsero al loro rapporto di padre e figlia e alle tante gioie e i tanti momenti passati assieme. Rivide come in un film scene di vita vissute con lei, ricordi lontani nel tempo, di quando era ancora una bimbetta paffutella e golosa, il primo giorno di scuola e i suoi capricci, il suo scoprire il mondo e la vita giorno dopo giorno, vederla crescere anno dopo anno, il suo divenire adulta e i suoi primi grandi amori... Quel film era montato male, le scene e i ricordi non erano logicamente consequenziali ma si accavallavano, si attorcigliavano e dipanavano casualmente salticchiando dispettosi tra gli anni... forse era la stanchezza del giorno prima, non vi era dubbio. Si arrese all'evidenza e si sedette sul lettino di Giulia.
Ora riusciva a ricordare anche meglio, gli venne in mente quando da piccola giocando a nascondino si ficcava sotto il letto e lui non riusciva mai a ritrovarla... Sorrise compiaciuto tra sé e sé, lo sapeva bene che era lì sotto, diamine...! Fu appena dopo quel sorriso che si accorse di avere le lacrime agli occhi e comprese quanto gli mancasse. Certo, era la vita, si sa, tutti compiono delle scelte ed è naturale che un figlio o una figlia un giorno lascino i genitori per vivere la propria vita, e si rincuorò della sua debolezza pensando che anche lui aveva dato lo stesso dispiacere ai suoi andando via di casa per sposarsi tanto tempo fa... Si portò le mani al volto per asciugarsi le lacrime proprio mentre udì il rumore della porta di casa che si apriva. Marta era tornata dalla spesa.

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