Progetto "Foto&Racconti": Storia di Pino (Mosna-Zappa)
Storia di Pino
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http://www.francescotorrisi.com/Foto&Racconti/Mosna_Zappa_Storia_di_Pino.pdf
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Fotografia di maria teresa mosna
Racconto di Paolo Zappa
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Pino era stato adottato nel 1991, quando ancora era solo un bambolotto paffutello, da una coppia di Cantù. Il marito, manco a dirlo, era un operaio specializzato in un mobilificio, la moglie, che aveva imparato dalla madre ad usare ago e filo e macchina per cucire, si arrangiava facendo piccoli lavoretti di sartoria: allungava o riduceva taglie, riparava, metteva toppe, insomma, tra tutti e due si arrangiavano più che bene. La casetta con un piccolo giardino era di proprietà, la salute, grazie a Dio, più che buona, ma... avevano un cruccio: "l'erede" non arrivava.
Dopo anni di tentativi andati a vuoto si erano rassegnati, e avevano avviato le pratiche per l'adozione, pur non nutrendo eccessivo ottimismo sulla lunghezza dei tempi e sui risultati. Speravano solo in qualche colpo di fortuna, ed il sogno, quasi impossibile ma ben vivo, era quello di ricevere un bimbetto il più piccolo possibile.
Il tempo passava, gli anni passavano... poi, un giorno, incredibilmente, vennero chiamati e, dopo aver completato la trafila burocratica, si ritrovarono con una bambola viva e urlante tra le braccia!
Da quel momento la loro vita ebbe un solo scopo: crescere quell'esserino avuto in dono, dedicandogli tutto il loro amore e le loro forze e, da buoni brianzoli, lo allevarono sano, forte e con la giusta dose di fermezza, insegnandogli ad avere pochi capricci e a dare il giusto valore alle cose della vita.
Pino, quindi, crebbe sereno, ottenendo buoni risultati anche negli studi, e con pochi grilli per la testa, anche se, a differenza dei genitori, pratici e un po' rozzi, lui aveva gusti raffinati: amava il bello, in tutti i suoi aspetti, e, crescendo, si accorse sempre più di avere poco in comune coi propri genitori.
A 16 anni ebbe un incidente con il motorino, non gravissimo, ma dovette subire un intervento. In questa occasione scoprì che nessuno dei due genitori aveva il gruppo sanguigno adatto per una trasfusione. Venne così a sapere di essere stato adottato!
Inizialmente ne rimase scioccato, poi, col tempo, ragionandoci sopra, si rese conto che tutte le differenze che aveva pensato di riscontrare tra il proprio carattere e quello dei genitori, tutto sommato, finalmente si spiegavano. Non pensò di mettersi alla ricerca dei propri genitori biologici, però non poté fare a meno di elucubrarci sopra e, a volte, ascoltando le notizie riguardanti il "riapparire" frequente di figli illegittimi di personaggi famosi, si chiese se, magari, potesse essere così anche per lui.
Ultimamente lo aveva molto colpito la notizia che il principe di Monaco avesse ammesso di avere avuto tre figli illegittimi da relazioni clandestine e che, forse, ne era spuntato pure un quarto!
Non che pensasse di averci a che fare ma, un giorno, in una gita con amici alla reggia di Rivoli, gli capitò di ritrovarsi molto a proprio agio in mezzo a quegli splendidi ambienti, tanto che, ritrovandosi in una sala dove era conservato il trono del re, guardandolo gli venne un pensiero... “E se...?!”.
Francesco Torrisi 09/07/2011 11:05
Bellissima foto di una serie già apprezzata per gli altri scatti che la compongono. Brava Maria Teresa.Il racconto è ben strutturato, scorrevole e piacevole anche per i contenuti. Perfettamente sinergico con lo scatto. Bravo Paolo.