S. Bibiana, Roma, facciata
Gian Lorenzo Bernini, scultore e architetto napoletano (1598-1680), ha impersonato a Roma lo stile barocco, che ha costituito per la Chiesa romana una potente arma della Controriforma.
Forse non tutti sanno (e il merito se lo conosco va a mio figlio Gabriele) che l’opera prima di architettura e di scultura del Bernini è stata negli anni 1624-1626 la progettazione e la costruzione della facciata della Chiesa di S. Bibiana, chiesa paleocristiana del IV e V secolo e ricostruita nel XVII appunto dal grande genio napoletano, al quale dette incarico il Papa Urbano VII . E’ singolare la posizione di S. Bibiana praticamente affogata tra la Stazione Termini e le rotaie della tramvia cittadina a scartamento ridotto, non lontano dal più conosciuto tempio di Minerva Medica in Via Giovanni Giolitti, 164. Tuttora meta di studiosi di storia dell’arte e di architettura.
Secondo una tradizione non documentata la chiesa fu eretta nel 363 dalla matrona Romana Olimpina (o Olimpia) sopra la casa nella quale, durante la supposta persecuzione dell’Imperatore Giuliano (361-363) Bibiana, la madre Dafrosa e la sorella Demetria, avrebbero sofferto il martirio.
Seguendo invece il Liber Pontificalis, la chiesa fu costruita nel 467 sotto il pontificato di Simplicio. Papa Leone II (682-683) vi riportò le reliquie dei Martiri Simplicio, Faustina e Viatrix dalle Catacombe. La chiesa ospita nell’edicola sopra l’altare maggiore la statua di Santa Bibiana scolpita dal Bernini nel 1626. (note da Wikipedia http://en.wikipedia.org/wiki/Santa_Bibiana).
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