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Laura Benvenuti


Free Account, Punaauia

Commentaire 5

  • Mariana Magnani 21/08/2011 14:35

    Il mio sguardo è un profondo respiro
    che nessuna macchina fotografica può immortalare.
    E’ ora di tornare e svegliare quel mondo che amo
    ed apprezza ciò che gli occhi da soli non sanno vedere.



    “I suoni della natura non fanno rumore,
    ma sono voci che a volte non riusciamo a capire.”

    Quando al mattino l’alba accenna piccole righe di luce, chi ascolta rimane sorpreso.
    Nuove voci si aggiungono ad un coro che nell’insieme è sempre armonia.
    Non c’è dissonanza
    e sembra che dietro a quel palco
    ci sia un grande maestro che guida con gusto e sapienza.
    E' rimanere in silenzio allargando l’orizzonte dei sensi: respirando sensazioni.

    Dalla terrazza osservo la luce: lentamente rischiara persone e cose.
    Non vedo chi o cosa nel bosco continua a vociare
    e nemmeno lo cerco con insistenza.
    Ho imparato che per sentire le voci più deboli bisogna isolare il brusìo dei tristi pensieri e dei desideri.



    Sera fosca,
    sul viale del mio ritorno,
    stende pioviggine e nuvole basse.
    Invisibili gocce sospese
    si appoggiano al viso:
    piccoli inesorabili tocchi.
    Tremule luci soffuse
    accarezzano le foglie cadute;
    ne scorgo il colore.
    Odore di muschio
    nell’aria densa di rumori furtivi
    vicini e lontani.
    Sembra che tutto riposi,
    abbandonato ad un sonno sereno.
    La mia presenza: solo un discreto passaggio
    che non può disturbare.
    Scivolo via
    portandomi appresso
    un sussurro.



    Mi svegli sfiorandomi:
    fingo di non sentirti.
    Ma mi tradisce il respiro,
    che si allunga e si stira.
    Apro gli occhi:
    il tuo sorriso è un sole che sorge
    e che io posso guardare senza timore.



    "Non voglio essere ciò che non posso essere” si ripeteva tra sè guardando il mare, al di là della finestra.
    I fari illuminavano nel vuoto l’umidità sospesa.
    L’aria era densa.
    La radio trasmetteva musica solenne, ma il volume basso ne disperdeva il suono lasciando solamente un vago brusìo di fondo.
    Improvviso fu il desiderio di gridare al niente il proprio antico dolore: il suo muto soffrire mai trapelato nel suo apparente e felice sorriso.
    “Non voglio essere ciò che non posso essere” ; non sentiva l’odore della salsedine, così come non udiva il fragore delle onde.
    Neppure vedeva le luci lontane delle case tremolare sopra l’acqua, quasi fossero stelle cadute dal cielo ma rifiutate anche dal mare.
    Persa:
    un'impalpabile nebbia l’avvolgeva.
    E si sentiva compagna di un comune destino: riflesso di un sole che non si vede, ma cui tutti anelano abbagliati.
    Un'ombra sfuggente e deformata dai sassi.
    Poi la pioggia.
    Eppure quei lampi non la disturbavano: l'avvolgeva un percettibile distacco dal sentirsi parte di un unico essere.
    “Non voglio essere ciò che non posso essere” si ripeteva scendendo quella strana scala a spirale senza una fine: la sensazione di vuoto diventava incolmabile.
    Un passo avanti, per guardare lo spazio che la divideva dall’onda del mare:
    dal mondo infinito racchiuso da un sonno; da quelle braccia distese che la chiamavano a sè.
    Un passo ancora per confondere i sensi e disperdere i sogni.

    Poi si voltò.
    Scostò i capelli dalla fronte sudata mentre brividi sulla pelle la riportarono a quell’aria fresca del mare.
    Guardò a quel bivio e poi al mondo cui apparteneva e dove ancora aveva il suo posto.
    Qualcosa andò in frantumi, senza rumore.
    Alla deriva solo relitti di una grande esplosione.
    ” Non si può essere ciò che non si è”:
    finalmente non era più sola.
    Sentiva vivere quell’essere nuovo che per tanto tempo aveva cercato.
    Solo ora si accorse di averlo atteso sulla soglia della vita.


    “Quando la notte è scura e non vedi più niente,
    ricorda che dentro di te c’è sempre un rimbalzo di luce che può illuminare.
    Trovalo: quella è la tua scelta.”



    Senza sonno e senza memoria
    mi sono lasciata semplicemente cullare da un respiro.



    Complimenti!
    Impeccabile esecuzione per soggetti e tecnica esecutiva!
    Chiave di lettura, la luce è perfetta.
    Caravaggio rimarrebbe estasiato.

    Un soffio di verità attraversa i luoghi ed il cuore di un ego turbato.



    Ad ogni graduazione e passaggio,
    spruzza negli occhi la vita
    e tutto,
    nel vederla,
    è più chiaro.



    Commossa!

    M.

    Ave maria - Kenny G
  • simada 14/08/2011 0:15

    un ottimo bw!!!
  • maurizio bartolozzi 13/08/2011 0:33

    Immagine tenera e suggestiva,bei chiaroscuri.
  • S.D.M 12/08/2011 20:19

    complimenti!

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