ULTIMA LETTERA ALLA MAMMA- da bordo della corazzata Roma- 8giugno1943 XXI
( A Cristina Simona Teresa )
Cara nonna Emma,
l’incorreggibile discolaccio di sempre, si rifà vivo
solo per una toccata e fuga: il tempo ormai volge
a termine ed è ora di tirare i remi in barca o, come
si usava nel nostro delta, di riporre gli arnesi nel capanno.
Non tenermi anche questa volta il “pipio” ( broncio) se
riprendo in mano quel tuo ritratto motivo del nostro
bisticcio: ero convinto di aver catturato il mio capolavoro,
semplicemente perché il tuo bel viso risultava solcato
da una fitta ragnatela di rughe ( che qui per fortuna il
tempo ha molto attenuato !).
E che dire poi dell’ultima lettera di Bruno da bordo
della “nave” Roma ? è alquanto sgualcita, consunta
dalla quotidiana lettura, tra un rosario e l’altro,
anche quando la vista ormai faceva cilecca.
Quante e quante volte l’hai letta e riletta! forse
per esorcizzare la nuova tragedia che si era abbattuta su di te,
rimasta vedova giovanissima ( quella del nonno fu una
morte bianca nello zuccherificio dove lavorava…) e con
quattro piccole creature da allevare…
Siamo soli qui, non preoccuparti ( se c’è qualche rara amica o
amico vi entra in punta di piedi ). Mi piacerebbe ancora
riaddormentarmi al suono, quasi una cantilena,
del tuo favoleggiare ….
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