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Anossia

Tratto dalla raccolta di narrativa
Racconti di gente normale

Titolo: Anossia

L’infanzia di Riccardo era stata felice e così pure l’adolescenza aveva scoperto il sesso in età adulta in ritardo rispetto ai compagni di liceo la sua prima fidanzata lo aveva iniziato ad una pratica particolare farlo in tre lui si accoppiava con un altro ragazzo nel ruolo passivo e lei guardava e si masturbava per lui con il tempo si era reso conto che qualcosa non andava e con il primo stipendio di nascosto dai genitori si era pagato le sedute dallo psicoterapeuta.
Da quando vai dallo strizza cervelli non sei più lo stesso di prima gli diceva Serena e lui era riuscito a chiederle ciò che desiderava da tempo di ribaltare la situazione avrebbe dovuto accoppiarsi lei con due uomini mentre lui guardava e si masturbava. Lei l’aveva lasciato lui aveva sofferto molto le loro strade si erano divise e non avevano saputo più nulla l’uno dell’altra per dieci anni , poi un giorno il destino aveva dato a entrambi una seconda opportunità.
Sono uscito di casa per andare ad un compleanno la festeggiata è un amica con la quale da qualche tempo faccio sesso al semaforo mentre scattava il verde ho visto Serena camminava lungo un viale alberato la gonna le accarezzava le gambe lunghe e ben tornite qualche ricciolo sfuggiva dalla coda di cavallo che le scendeva lungo la schiena un brivido caldo è scivolato lungo tutto il corpo l’ho seguita per vedere dove andava ora so che abita in un quartiere non lontano dalla mia abitazione. Alla festa non ho fatto altro che pensare a lei in me è scattato qualcosa di imprevisto ho voglia di possederla l’ho raccontato allo psicoterapeuta mi ha sconsigliato di vederla ancora ma io non ho intenzione di ascoltarla. Ho chiamato Claudio un vecchio amico gli ho chiesto notizie di Serena mi ha risposto che di tanto in tanto la sente ci siamo visti a casa mia per un caffè e da lui sono riuscito a sapere che se la fa con due uomini proprio come ai vecchi tempi io almeno qualcosa della mia sessualità l’ho cambiata lei invece è sempre la solita troia e questo mi eccita ancora di più. La chatto su internet conosco i suoi gusti le mando una foto non mia le scrivo frasi perverse le faccio proposte oscene e lei accetta il mio invito, dovevamo incontraci in un bar del centro proprio ieri ma non è venuta all’appuntamento in cambio però quando sono tornato a casa ho trovato nella posta elettronico un video dove scopa con i partner abituali. L’idea di possederla aumenta sempre di più penso ad uno stupro e la cosa mi piace. Esco dall’anonimato e lei si arrabbia con me dice che l’ho presa per i fondelli io cerco di farle capire che non ho mai smesso di amarla in risposta mi manda a quel paese. La reazione non mi stupisce inizio una sorta di lenta persecuzione le lascio messaggi osceni sotto la porta di casa sul tergicristallo della macchina alla segreteria telefonica per sms le invio le foto dei miei attributi . La voglia in poco tempo si è trasformata in ossessione una sera citofono mi apre il portone senza chiedere chi è il desiderio mentre prendo l’ascensore cresce ho il cazzo che scoppia nei pantaloni. La porta di casa è semi aperta le finestre sono chiuse ancora il citofono lei risponde ad un nome che non è il mio sento voci maschili per le scale mi nascondo al piano superiore e aspetto di vedere i suoi amichetti non c’è che dire sono due fichi da paura lei si affaccia nuda allo stipite della porta che i due poco dopo si chiudono alle spalle. Scendo la rampa di scale è mi soffermo sul pianerottolo dall’appartamento non provengono suoni sembra non esserci nessuno all’improvviso la porta si apre in due mi tirano dentro uno mi immobilizza l’altro mi mette una cinta intorno al collo questo particolare mi fa tornare in mente la cinta di mio nonno io ero solo un bambino e avevo paura di lui il ricordo sfuma.
Stamattina sono a pezzi il culo mi fa male sia per le cintate che per l’abuso il desiderio di Serena non sembra affievolirsi ansi escogito un piano per violentarla non sarà facile con quei due sempre in mezzo il giovedì va a lezione di tango in un centro sportivo e percorre una strada poco illuminata sono le dieci di sera lei saluta gli amici di corso e entra in macchina ho provveduto a forzare la serratura sono nel sedile posteriore le metto una mano davanti alla bocca per impedirle di urlare lei cerca di divincolarsi io le stringo il collo e ricordo mio nonno quando lo faceva con me il pensiero entra nel cervello è come un tarlo inizia a rosicchiare tutto quello che trova intorno sono disorientato non so più cosa fare lo sportello si apre e i due amanti di serena entrano in macchina mi riempiono di botte lei accende il motore l’auto sfreccia lungo la statale si ferma in un posto appartato penso che abuseranno di me soffocandomi mentre sto per venire proprio come faceva mio nonno il dolore del ricordo mi anestetizza il cervello Serena ride forte ho il setto nasale rotto e un dente spezzato mi trascinano fuori dall’abitacolo sono legato e imbavagliato stronzo mi sussurra lei all’orecchio cosa credevi ora guardati lo spettacolo i due uomini si accoppiano mentre lei si masturba poi uno dei due inizia a rantolare lei lo ha preso per la gola sento che finisce male e di botto dai rantoli esce un fischio leggere un gemito breve il tipo stramazza per terra . Ho voglia di gridare di piangere Serena urla bestemmia dai vieni andiamo via dice all’altro i due salgono in macchina dimentichi di me devo essere svenuto per qualche mi svegliano le prime luci dell’alba e un suono strano c’è un uomo che vomita vicino ad un albero gli chiedo aiuto lui si avvicina mi slega i polsi mi dice te le sei vista brutta è? Gli faccio un cenno con la testa finalmente mi toglie il bavaglio e senza aggiungere altro si gira e continua a vomitare.
Chiamo un taxi torno a casa non chiamo la polizia voglio Serena la voglio scopare, la voglio torturare, voglio farle male. Lo psicoterapeuta mi consiglia un farmaco dice che sono vittima di allucinazioni in pratica non crede alla mia storia. Compro il giornale sulla prima pagina spicca un titolo morto per anossia un quarantenne il cadavere giaceva in uno spiazzo di periferia a ridosso di un parco comunale. Quello che ho visto vomitare è stato arrestato la sua faccia è in primo piano . Il sangue inizia a scorrere veloce nelle vene le tempie pulsano il ricordo delle violenze subite da mio nonno si fa nitido passo la notte insonne tutta la mia vita sembra andare in frantumi voglio vomitare sulla sua tomba tutto il mio disgusto ma quando arrivo davanti al cancello del cimitero lo trovo chiuso...
Sono passati due giorni decido di rilasciare una deposizione vado alla polizia e sporgo denuncia l’omicidio io l’ho visto in diretta il commissario un certo Corradi dopo che ho firmato la dichiarazione mi dice “resti a disposizione”vado via lasciandomi alle spalle la mia storia, una storia di violenze, paure represse, sesso perverso di ricordi amari e per spezzare il dolore che mi attanaglia la gola faccio una cosa pratica perché la vita continua vado dal dentista per rimettere a posto la bocca so già che ci vorranno un sacco di soldi con Serena ci rivedremo in tribunale.

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